Tamburelli, pesto e palo santo .
Sorrido mentre scrivo il titolo di questo post.
Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di avere uno scambio di opinioni riguardo il mondo dello yoga e tutti i suoi oggetti annessi.
Essendo completamente assorbita non avevo considerato la visione “distaccata”, e devo dire che mi sono fatta un sacco di sane risate .
Vi lascio indovinare di cosa stesse parlando questa persona.
”Quell'aggeggio per fare il pesto che voi usate per fare musica”.
Risate a parte, il discorso fatto ha innescato una scintilla portandomi ad iniziare una lunga riflessione su quanto e cosa voglio tenere nella mia pratica, sul percorso futoro da intraprendere e su ciò che voglio trasmettere quando guido una lezione.
Mi sono scoraggiata un pochino cercando una formazione per il nuovo anno, perdendomi in un milione di siti che propongono teacher training a prezzi esorbitanti, con una lista di temi infinita e promesse poco credibili (oltre alla parola luxury ripetuta ad oltranza). Ero scettica anche prima di fare le 200 ore su questa modalità di formazione, ma a meno che non si abbia tanto tempo libero e si é stra ricchi, l’opzione teacher training é la via più accessibile. Non dico che non valgano nulla, ma sicuramente é un buon modo per alimentare il business dello yoga.
Ci siamo dentro tutti quanti nel vortice capitalista, dove nulla é per nulla e dove tutto ha un costo. Lo sconforto parte proprio da qui.. monetizzare lo yoga mi mette a disagio, sia in termini di costi che devo sostenere che in retribuzioni delle mie lezioni. Dove sta la soluzione a questo problema? È ancora una domanda a cui non ho una risposta.
Ciò che posso fare é convertire i soldi in energia o meglio reinvestire la retribuzione delle lezioni in nuove formazioni che mi permetteranno poi di trasmettere con le pratiche qualcosa di positivo. Insomma ai soldi non possiamo fare a meno, usiamoli come mezzo e non come fine.
Altro punto di questa interessante chiacchierata é il BENEFICIO che lo yoga può avere.
Si legge continuamente che questa pratica ha una miriade di benefici, insomma fa miracoli! Sei stressato? fai yoga. Hai mal di denti? fai yoga. Non dormi? facile, fai yoga.
Non é sbagliato, ma nemmeno corretto. Riversare nello yoga questa responsabilità mi sembra alquanto eccessivo.
Yoga é un mezzo, un tool, che una persona sceglie di usare per passare attraverso i propri disagi. Ma siamo onesti, NON È LA SOLUZIONE.
”Magari le persone che vengono attratte verso queste pratiche non sono quelle che ne hanno più bisogno”, potente questo pensiero, vero?
Altra scintilla nella mia testa. Da qui la domanda: cosa vuoi trasmettere?
Non ho mai cercato di convincere nessuno a partecipare ad una mia lezione, credo che si venga attratti (ad un certo punto della vita) da qualcosa che é difficile da spiegare. Ecco che subentra una guida (insegnante di yoga), offrendo un’esperienza da cui trarre ciò di cui si ha bisogno. Può essere per una volta sola, per un mese, per sempre, chi lo sa. Siamo così tanto in costante cambiamento e credo che ciò di cui tutti necessitiamo, sia la libertà di poter scegliere, di poter sbagliare, di poter sperimentare.
Ecco il mio obbiettivo: creare uno spazio dove si possa essere liberi.
L’interpretazione di questa parola é, in modo più assoluto, individuale.
Sono fermamente convinta che le persone arrivino nella nostra vita per un motivo, chi rimane e chi svanisce, chi ci fa ridere e chi ci crea tensione. Ognuna di esse ha un messaggio da darci, qualcosa da insegnarci, dobbiamo solo imparare ad ascoltare.
Ringrazio questa persona per avere la propria visione, diversa dalla mia ed allo stesso tempo molto connessa. Avevo bisogno di guardare la mia storia da una prospettiva diversa, al ritmo di un tamburello, con il profumo di palo santo.