Semplice.
Provo un amore profondo per l’Asia, mi sento bene quando esco dalla mia zona di confort e posso viaggiare verso questo continente speciale.
Questa volta la scelta è ricaduta sul Giappone, meta presente sulla wishlist da un bel po’, ma che a dirla tutta non stava nemmeno troppo in alto. Non avevo grandissime aspettative, soprattutto perché amo il caldo quindi aprile sapevo sarebbe stato ancora freddino.
Credo di essermi ricreduta non appena messo piede fuori dall’aereo. Neanche il tempo di capire dove fossi, che un sorriso mi è apparso sulle labbra.
La calma inaspettata trovata a Tokyo mi ha travolta, come un’onda, quel silenzio che mai avrei pensato in una città grande come quella.
Mi piace fare journaling quando viaggio, mi sono segnata almeno due pagine di punti che questo paese mi ha insegnato.
Uno in particolare mi fa emozionare:
L’ essenziale.
Questo paese mi ha in un certo modo riportata all’ essenza, alla base per poi piano piano, strato dopo strato creare qualcosa di speciale. La loro cucina x esempio, mi spiegava il mio amico Koji, è composta da molto strati, ma la base è l’essenza, il segreto.
Ho realizzato della differenza di approccio, noi abbiamo la tendenza all’accumulo ed a mixare per ottenere un risultato immediato. I Giapponesi prendono un pezzetto alla volta, aggiungendone altre piccole parti, senza stravolgere, con pazienza e meticolosità.
Ho trovato una gentilezza sincera, l’aiuto senza pretesa, il rispetto senza sforzo, perché in fin dei conti l’essenza dell’essere umano è questa.. c’è ne siamo solo un forse dimenticati o è sotterrata dall’aggiunta di troppi strati.
Queste due settimane sono volate, ma ho respirato ogni singolo secondo, cosa che nn mi capitava da tempo! Vivere ciò che stavo davvero vivendo.
Grazie Giappone, mi sono perdutamente innamorata di te, so che questo non è un addio, nel frattempo ti porto nel cuore.