Bicchiere mezzo pieno: sempre!
Vi voglio raccontare una storia che é successa di recente alla mia famiglia.
I miei genitori (amanti di viaggi) hanno deciso di festeggiare i loro 40 anni di matrimonio tornando nel posto dove andarono in viaggio di nozze:
sulle Isole Canarie.
Qualche giorno a tenerife e poi si spostano a Lanzarote (isola che ormai conoscono bene).
Una bellissima villetta con piscina privata che attira subito la curiosità di mio papà, il quale uscito dall’acqua scivola sul bordo e..
Trauma cranico.
Non posso nemmeno immaginare lo shock della mamma vedendo mio papà a terra svenuto, con sangue dall’orecchio.
Paese straniero, lingua diversa, panico.. CHI CHIAMI? COME REAGISCI?
Rinvenuto, le prime parole sono state “cazzo che botta”.
L’ambulanza arriva, a mia mamma non viene concesso di salire, né di entrare al pronto soccorso per stare vicina al papà.
Il giorno dopo sembra tutto a posto e può tornare a casa ma le cose non vanno come devono per cui l’ambulanza arriva di nuovo.
Pronto soccorso, ore ed ore di attesa, ricovero e la brutta notizia giunge.
C’é una microfrattura nel cranio che fa fuoriuscire liquido cerebrale ed entrare aria nel cervello.
Lo elitrasportano a Gran Canaria nell’ospedale universitario, dove viene contattata la REGA per capire come fare per il rimpatrio.
Quanti come me hanno sempre sottovalutato l’importanza dell’abbonarsi a Rega??? O il fatto che viviamo in un paese dove siamo molto ben assicurati e protetti?
In tutto questo caos, mia mamma si ritrova completamente sola a dover gestire ansia, panico, spavento, spagnolo, internet, visa bloccata, volo da disdire, appartamento da cambiare (non dimentichiamo che era Pasqua), chiamate e sms di parenti e amici, medici, rega, nuovo volo per Gran Canaria, assicurazione, cassa malati, auto a noleggio da riconsegnare, notti insonne, figli iper preoccupati che vogliono raggiungerla..
Il rimpatrio è impossibile finché la frattura ossea non si rimargina e l’aria si assorbe, questo per mio papà significa: TOTALE IMMOBILITÀ.
10 giorni a letto, immobile, con pochi stimoli visivi e uditivi per non forzare il cervello.
Gli ho chiesto come facesse a gestire queste interminabili ore..
TAI CHI MENTALE.
Mentre scrivo queste parole, mio papà e mia mamma sono ancora alle Canarie, insieme in un piccolo appartamento vicino all’ospedale, aspettando che la Rega si liberi e li vada a prendere. Ci vorrà qualche giorno ancora, poi finalmente li potrò riabbracciare.
Questa brutta storia, ci ha uniti. Ha creato come un’invisibile corda in cui tutti siamo legati stretti stretti.
Guardando le cose con più lucidità, vedo quanto affetto c’é stato da parte di tantissime persone, quanti piccoli gesti o parole che hanno reso questa vicenda più gestibile.
Mia mamma ci ha detto:
queste situazioni che al di fuori sembrano tristi e brutte, insegnano a far crescere più di quelle belle.. e ricordate:
il bicchiere é sempre mezzo pieno, sempre!
Ho vissuto parecchio male ovviamente l’attesa, la distanza e l'impossibilità di fare qualcosa di più concreto per aiutare.
Anche questa volta, lo yoga mi ha dato una grande mano.
Ogni mattina ed ogni sera, mi mettevo sul mio mat e cercavo di prendermi cura di me, respiravo lungo e profondo cercando di rilassare corpo e mente. Rimanere tesa non avrebbe aiutato nessuno. Ho cercato la positività, ho visualizzato il mio papà che stava bene, la mia mamma che stava accanto a lui ed era tranquilla.
Per qualche minuto, la mia ansia svaniva e la volta dopo il tempo di calma aumentava.
Il controllo delle nostre emozioni non é una robetta facile eh, a volte funziona a volte invece.. na merda punto e basta.
Vale la pena un tentativo, male che vada, stiamo uguali a prima di sederci sul tappetino.
Sono rarissime le volte che mi rialzo e la situazione é peggiorata, anzi.. forse non é mai nemmeno successo! Anche quando ci sembra che lo yoga ci ha aperto varchi profondi, le lacrime sgorgano e la sensazione di demolizione é forte, fa tutto solo parte del processo di crescita e guarigione.
Ricorda..Il bicchiere é mezzo pieno!
Ps: buon anniversario mami e papi!