Yoga fuori dal mio mat .
Chiudi gli occhi e visualizza la prima cosa che ti viene in mente se ti dico la parola Yoga.
Hai visualizzato te stesso o un’ altra persona praticare una posizione? Dove si svolgeva questa pratica? Com’era l’ambiente in cui si svolgeva la scena? Se c’era un tappetino, di che colore era?
Ci viene automatico pensare allo yoga come pratica fisica, posizioni di contorsione esercitate su tappetini colorati, a piedi nudi con leggings e top comodi.
Ma lo yoga non é solo questo, o meglio é anche questo!
La mia esperienza in questo nuovo mondo parte da una pratica molto fisica, la mia idea era riuscire ad arrivare a fare posizioni assurde allenando la flessibilità e la mobilità. Fine. Era ciò che conoscevo sullo yoga, avendolo sempre visto attraverso lo schermo del mio telefono.
Non é importante da che parte ci avviciniamo a questa pratica, man mano che si avanza, il desiderio di scoprire nuovi modi per andare in profondità cresce in modo naturale.
Pensate che tutti abbiamo un’innata predisposizione all’ascolto, alla meditazione, all’introspezione? NO. Vanno praticate, allenate, conosciute, così come la flessibilità e la mobilità.
Ho cominciato a portare lo yoga fuori dal mio mat quando ho capito che sempre più spesso avevo bisogno di ritrovare quella calma interiore che trovo quando pratico le asana.
Pian pianino ho iniziato a praticare la consapevolezza del momento presente in attività quotidiane, come il semplice camminare o leggere un libro (non mi ero mai resa conto che svolgevo queste azioni senza esserne pienamente consapevole ed attenta).
L’ho poi trasportata nello sport, nel crossfit / functional training, nello stand up paddle, nella corsa..
Yoga é respiro, inutile dirvi quanto mi sia di aiuto nei workout.
Altro tasto dolente é la gestione delle emozioni. Sono parecchio impulsiva, anche nelle reazioni ed ogni tanto mi gioca a sfavore.
Lo yoga mi insegna a prendere un respiro (o anche 100) prima di reagire e rispondere di pancia. Mi insegna che le emozioni vanno e vengono, che essere troppo attaccati alle cose o alle parole crea stress.
Posso dire con certezza che pratico lo yoga molto più fuori dal mio mat, ogni minuto, giorno dopo giorno (o almeno ci provo).
Ps: ogni giorno srotolo il tappetino, che sia per un vinyasa, yin yoga, yoga nidra o anche solo per sedermici e meditare.
Il mio mat é un fedele amico, insieme troviamo serenità e quando siamo separati mi ricorda che i tools per aggiustare la mia vita sono sempre a disposizione dentro di me.
A proposito di mat..
Vi lascio qualche feedback sui mat che uso:
. Manduka Eko superlight travel 1.5 mm // Lo uso nei miei viaggi, super leggero e buon grip
. Manduka Eko 5mm // Il mat che uso di più in assoluto, ottimo grip e spessore
. Jadeyoga Harmony 5mm // Fantastico mat ma non da utilizzare in posti caldi
. Liforme 4,2mm // Design molto bello ma sono poco soddisfatta, a mio parere scivola
Il mio stupendo STRAP porta mat in macramé invece é stato realizzato da un’amica speciale, andate a vedere le sue creazioni @doppionodo_macrame.